edizione 2010 I edizione 2008

Italia sotto le stelle

a cura di Laura Delli Colli

Curiosità e sorrisi per Italia sotto le stelle. A Lampedusa, mediaticamente sotto assedio per gli sbarchi, il respiro di un cinema che ora vuol essere soprattutto un momento di leggerezza e di intrattenimento, destinato anche a richiamare l’attenzione dei turisti.
In programma sul grande schermo nella piazza che guarda il porto, undici film italiani della stagione che si è appena conclusa, scelti fra quelli di maggior successo anche commerciale, per offrire un panorama delle commedie che hanno sbancato il botteghino e riconquistato il pubblico ad un’isola priva, da anni, di una sala cinematografica.
Molti dei film saranno presentati da alcuni dei protagonisti più popolari.

Omaggio a Domenico Modugno

a cura di Giancarlo Governi

Musica, interviste, filmati, incontri e ospiti per ricordare un grande del Novecento italiano, culturale e popolare, siciliano d’adozione. Un omaggio al grande artista e a un pugliese diventato lampedusano nell’ultima stagione della sua vita. Sarà proiettato, per gentile concessione di Rai 2, il programma, andato in onda in aprile, “Il grande volo di Domenico Modugno”. Il film documentario racconta la vita di uno degli artisti più geniali del dopoguerra, attraverso brani di repertorio tratti dall'archivio della RAI, ricostruzioni originali, videoclip realizzati da alcuni dei più celebrati disegnatori italiani come Bonvi e Ro Marcenaro, testimonianze dei protagonisti più diretti della vicenda artistica e umana dell'autore di Nel blu dipinto di blu e di altre decine e decine di canzoni. Le riprese sono state effettuate a Polignano a Mare, dove Modugno è nato, a San Pietro Vernotico, dove è cresciuto, a Lampedusa, dove è morto, e a Roma. Il programma ripercorre la straordinaria carriera di Modugno, dagli inizi al Centro Sperimentale di Cinematografia, alle prime canzoni in dialetto brindisino che furono scambiate per siciliane, fino ai trionfi in terra d'America. Non soltanto come cantautore ma anche come attore celebrato di film, opere teatrali e commedie musicali di grande successo. Fino alla malattia che lo colpì nel 1984, a cui sopravvisse dieci anni in una vita nuova interamente dedicata alla difesa della parte più debole della  società.

Il Vento dell’ambiente e del territorio

a cura di Georges Salameh

Cortometraggi, documentari, dibattiti e un seminario, in collaborazione con le associazioni di giovani Lampedusani, sulla difesa del territorio e dell’ambiente siciliano e della sostenibilità del turismo a Lampedusa anche attraverso una rassegna audiovisiva della produzione finanziata dall’Assessorato al Territorio e l’Ambiente nel corso degli anni. "Il territorio ha una sua vita oggettiva, indifferente ad ogni nostro sguardo, ma assume per noi un significato nuovo e diventa paesaggio nel momento stesso in cui ci soffermiamo a guardarlo o a fotografarlo, con ciò riportandolo nel grembo della cultura, delle sue conoscenze, delle sue rappresentazioni". E. Turri
Il territorio è il prodotto di lunga durata di processi di civilizzazione e di domesticazione della natura che si sono susseguiti nel tempo trasformando il medesimo ambiente fisico in un evento culturale, il paesaggio urbano e rurale, attraverso relazioni coevolutive fra insediamento antropico e ambiente. Questa immensa opera d’arte vivente prodotta e mantenuta nel tempo, il territorio appunto, deve essere considerato un bene comune in quanto costituisce l’ambiente essenziale alla riproduzione materiale della vita umana e al realizzarsi delle relazioni socio-culturali e della vita pubblica, non è quindi soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma il patrimonio fisico, sociale e culturale costruito nel lungo periodo, un valore aggiunto collettivo. Negli ultimi anni le politiche comunitarie hanno dedicato un’attenzione sempre crescente alla tutela del territorio come si evince da una serie di documenti quali la tutela dei “Paesaggi culturali” come Patrimonio dell'Umanità, operata dall'Unesco, la “Convenzione Europea del Paesaggio” del Consiglio d'Europa, la Carta del restauro di Cracovia e il “Codice dei beni culturali e del Paesaggio”. In Sicilia, molti siti sono riconosciuti dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità, confermando un altissimo valore di tipo ambientale e particolari caratteri di identità culturale di una civiltà. Un ulteriore arricchimento conoscitivo del territorio, può essere costituito dallo studio delle opere di tutti quegli autori che hanno in vario modo incluso l'elemento paesaggio, nelle loro creazioni intellettuali, siano esse letterarie che pittoriche, o cinematografiche. Tali opere posseggono infatti i riferimenti per potere individuare delle costanti percettive che si sono nel tempo delineate nei confronti di un determinato paesaggio. La rappresentazione cinematografica, fotografica o letteraria del paesaggio siciliano nella storia, rappresenta una chiave d'interpretazione non solo in termini “fisici” di evoluzione del paesaggio, ma anche in termini di immaginario collettivo.
 Tutte le rappresentazioni artistiche hanno ampiamente contribuito all’indagine in termini d’identità del territorio siciliano. Guardando gli artisti che hanno celebrato il paesaggio possiamo cominciare a tracciarne i contorni, i giudizi dati su determinati luoghi, ci fanno osservare alcuni dati essenziali. Per raccogliere gli elementi di identità di un contesto, e per avere un ventaglio di dati il più possibile vario, si può certamente anche fare riferimento ai vari pareri espressi da chi non abita il territorio, a volte, per meglio cogliere l'identità di un luogo è opportuno guardarlo da una giusta distanza. Per chi abita l’Isola, risulta certamente più difficile inquadrare e valutare oggettivamente in termini di identità, il contesto del quale si fa parte. Non a caso spesso, coloro i quali hanno individuato delle peculiarità del nostro territorio sono stati dei siciliani, non più residenti in Sicilia, che hanno avuto modo di osservarla da una distanza di tempo e di luogo. Come vi sono esempi, di chi ha egregiamente descritto la Sicilia pur non essendo siciliano, avendola magari amata o eletta a personale luogo dell'anima. Le descrizioni cinematografiche e letterarie costituiscono un patrimonio vastissimo, visto il fascino che la Sicilia da sempre ha esercitato. Ben note sono alla nostra memoria le narrazioni del paesaggio siciliano che ci hanno regalato Verga, Tomasi di Lampedusa, Pirandello, Sciascia o le descrizioni fatte da Elio Vittoriani, da Vincenzo Consolo, o la poesia di Salvatore Quasimodo. Nel cinema, sono numerosi gli esempi di chi ne ha restituito una immagine certamente aderente e ricca di sfumature. Registi come Luchino Visconti, Pietro Germi, Roberto Rossellini, Alberto Lattuada, Michelangelo Antonioni e molti altri con i loro film hanno tracciato un itinerario attraverso i luoghi, la storia, i misteri di questa splendida isola. Attraverso l'intuizione di registi, guarderemo il territorio da angolazioni diverse, che assumeranno di volta in volta significati diversi, in relazione al contesto culturale e temporale nel quale si sono generate. Ecco perché il recupero di tutta questa documentazione, comprendendo tra questa anche le produzioni meno note e preziose o quelle riguardanti parti di paesaggio meno indagate o celebrate, si attesta oggi tra le operazioni più interessanti da compiere, per individuare luoghi e svelarne i contenuti simbolici, letterari o tradizionali, i significati di una certa identificazione e i rapporti della gente con il contesto, in altre parole “i perché di una memoria collettiva”. Tali contributi, non possono certo essere ignorati, in una analisi volta a desumere i caratteri di identità di un territorio, anzi, possono costituire a volte anche un punto di partenza, per rilanciare un dibattito, o semplicemente per favorire un dialogo tra le parti, che inizi da una piattaforma comune, la consapevolezza di dover trasmettere valori alle generazioni future.

Il Vento della storia siciliana

a cura di Georges Salameh

Cortometraggi e documentari che testimoniano ricchezza e complessità del patrimonio storico, artistico, culturale della Sicilia con un occhio privilegiato alla storia di Lampedusa. La Sicilia è una regione dall’immenso patrimonio artistico e culturale. Testimonianze e tesori dall’inestimabile significato che abbiamo avuto la fortuna e il privilegio  di ricevere da chi nel corso dei secoli ha abitato la Sicilia. L’organizzazione di questa sezione determinerà una ricaduta importante in termini di visibilità mediatica, non solo per l’interesse suscitato dalla rassegna in sé, ma anche per il convergere contemporaneo di giornalisti e tv del settore con i protagonisti e con gli autori delle varie opere di illustrazione e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. La ricaduta della diffusione mediatica dell’immagine della rassegna e della bellezza dei patrimoni dell’isola sarà vasta ai fini dello sviluppo del potenziale qualitativo del turismo in tempi di voglia, rivisitazione e proposte da tutte le parti del mondo, di un turismo culturale. La visibilità dell’evento andrà ad allargare ad altri settori la proposta culturale. Il “turismo culturale” è oggi il più grande e di facile portata, valore aggiunto del turismo italiano. Per merito del suo patrimonio artistico la Sicilia deve essere capace di produrre simpatia e voglia di esplorare l’isola. La componente culturale nel nostro paese esercita un grande stimolo alla pianificazione del viaggio e la Sicilia deve trarre il massimo giovamento da questa forma di turismo per poter passare dalle masse “mordi e fuggi” a un turismo più sensibile che al ritorno a casa, mantenga negli occhi, la luce e la bellezza del patrimonio culturale siciliano. La realizzazione di questa sezione può essere considerata come un contributo alla circolazione delle memorie storiche che sono parti integranti del bagaglio culturale siciliano. La Sicilia, con la sua storia, le sue tradizioni, il suo patrimonio artistico millenario, i suoi paesaggi sconfinati è tutto un mondo da scoprire. Questa terra è stata fonte d’ispirazione per registi italiani e stranieri come Antonioni, Coppola, Visconti, Germi, Rosi, Taviani, Tornatore, Benigni, Amelio e molti altri. Tutta la Sicilia è un set naturale, paesaggi, borghi, castelli e piazze rievocano le immagini di film che hanno fatto la storia del cinema. Non a caso Leonardo Sciascia disse: "La Sicilia è il cinema".
Le immagini cinematografiche sono un modo per riscoprire territori e rivedere luoghi raccontati nei film. I capolavori cinematografici girati in Sicilia sono innumerevoli da L'avventura di Antonioni, a I cento passi di Marco Tullio Giordana, Il postino di Troisi, fino alle fiction di maggior successo come Il Commissario Montalbano. Non meno importante è la produzione, in gran parte finanziati dalla Regione, di documentari girati sull’isola. Se il cinema di fiction ha rappresentato la Sicilia dell’immaginario, il cinema documentario ha costruito la Sicilia della memoria, dell’antropologia, della poesia. Nel cinema documentaristico siciliano notiamo  splendidi fotogrammi e brani da antologia, dove affiorano con sentimento e poetica, verità e realtà, per  potere assolvere il suo compito di documento, di testimonianza pregnante di una delle regioni d’Italia più ricche di arte, di storia, di cultura. Con queste proiezioni, si intende dare un contributo alla ricostruzione della storia del cinema di finzione e documentaristico nell’Isola. Un affascinante ritratto di un mondo a volte sconosciuto, ma di grande interesse per la cultura e la memoria collettiva della Sicilia. Il vento della storia siciliana mira a capire e rivalutare non solo i beni del patrimonio culturale del territorio, ma anche forse soprattutto, l’identità del popolo siciliano.

Il Vento del nord soffia dalla Russia

a cura di Giovanni Spagnoletti

All’interno dello splendido Museo archeologico delle isole Pelagie sarà presentata la retrospettiva dedicata alla documentaristica russa contemporanea e in particolare a tre dei suoi autori indipendenti. Nell’anno dell’amicizia tra Russia e Italia, si propone qui una selezione dal programma sul nuovo documentario russo contemporaneo presentato alla 47° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro 19-27 giugno 2011) con la collaborazione del Ministero della Cultura della Federazione Russa e la Fondazione per le Iniziative Sociali e Culturali di Mosca.
Rinverdendo una lunga, gloriosa tradizione che parte dagli anni Venti, la cinematografia della Russia sta ottenendo nel nuovo millennio un crescente riscontro nell’ambito dei Festival internazionali, anche se a ciò non ha corrisposto una adeguata conoscenza sul mercato audiovisivo italiano. In particolare tale discorso vale, moltiplicato in modo esponenziale, per quanto riguarda l’immenso campo del documentario, dove da sempre la Russia vanta una produzione di massimo rispetto sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Proprio per ovviare, almeno in piccola parte, all’attuale gap di conoscenza, si è pensato di presentare una monografia sull’argomento che, senza poter essere minimamente esaustiva, cerca di mostrare alcune delle molte facce del cinema di non fiction Made in Russia di questi ultimi anni.
In rassegna sono presenti dei lavori che, pur partendo da una realtà anni luce lontana da quella del Sud dell’Europa, mostrano in filigrana tante similitudini, nei propri aspetti di verità, lotta e/o accettazione, con i problemi che assillano il travagliato mondo contemporaneo di casa nostra, dall’ecologia e la guerra alle conseguenze della modernizzazione e della globalizzazione in atto. In particolare in tre autori “indipendenti” da sovvenzioni statali che spesso hanno lavorato tra di loro in tandem (Pavel Kostomarov, Antoin Cattin e Aleksandr Rastorguev) è rintracciabile un acuminato, critico sguardo sull’odierna società russa oppure sui riflessi che ad esempio la guerra in Cecenia ha lasciato nelle coscienze della popolazione. Un’altra parte del programma, invece, illustra quel segmento del documentarismo prevalentemente indirizzato e votato agli aspetti antropologici, poetici e stilistici dell’attuale “cinema del reale” in Russia, tra paesaggi innevati, panorami inusuali, razze esotiche o situazioni ataviche. Senza dimenticare degli outsider come il regista siberiano Evgenij Solomin, sono rappresentate alcune delle maggiori personalità, internazionalmente riconosciute, del settore, da Sergej Loznica a Pavel Medvedev. In questo modo si renderà omaggio anche allo “Studio per il Cinema Documentario di San Pietroburgo” (ex Leningrado), la più antica e rinomata istituzione statale nel campo della non-fiction, che ha prodotto diversi dei lavori in programma. Con un occhio privilegiato si è poi seguito anche il lavoro delle donne le quali, al pari che nel film a soggetto, rappresentano ormai da tempo un aspetto rilevante e decisivo nel ricco mondo della non fiction in Russia. A questo proposito, oltre a Alina Rudnickaja (diventata nota anche fuori dal suo paese per Kak Stat’ Stervoj / Bitch Academy, un documentario su una scuola per “escort”), va ricordata un’altra giovane figura emergente del panorama pietroburghese: Galina Krasnoborova che da molti critici viene paragonata per la straordinaria padronanza del linguaggio delle immagini a Sergej Loznica. Tutti i film presentati sono in versione originale con sottotitoli inglesi. Si ringraziano Olga Strada, gli autori o le istituzioni russe per aver permesso questo programma.