Il cinema rimane uno strumento straordinario di comunicazione, di incontro, di scambio culturale. E lo è tanto di più quanto è affascinante lo scenario in cui si svolgono le proiezioni. Credo che questa sia stata l’idea di base che ha spinto Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro a pensare una manifestazione piacevole, intelligente, originale. Lo scenario dell’isola di Lampedusa, nella sua meravigliosa bellezza, certamente aiuta ad apprezzare le scelte che sono state operate.
E bisogna dire che anche le scelte hanno un loro perché. Il cinema italiano, perché in questa stagione ci sono state tante liete sorprese dalla nostra cinematografia ed è piacevole vedere o rivedere insieme film commerciali e film di grandi autori quale è Giuliano Montaldo, giovani esordienti e attori di commedia.
Il cinema scandinavo, perché molto spesso le cinematografie che non arrivano da noi nascondono tesori che è sempre bene conoscere. Il cinema di Fassbinder, uno dei più geniali autori di cinema e di teatro che sia stato prodotto da quella ventata di novità che ha attraversato tutto il mondo negli anni Sessanta.
Insomma, una proposta ampia e variegata che propone il cinema del presente ma non dimentica quello del passato, che sa quanto sia importante coniugare insieme i film di successo commerciale con quelli che puntano decisamente sulla ricerca. Come avviene in qualsiasi industria sana, la ricerca è infatti per il cinema un passaggio fondamentale. Trovare nuovi linguaggi, nuove storie, nuovi modi di raccontare è fondamentale per un’arte che nasce come un’arte dinamica, in movimento, sempre bramosa di novità. L’importante è che questa ricerca non sia fine a se stessa, non sia la ricerca del “difficile” a tutti i costi ma l’identificazione di qualcosa che può essere difficile in prima istanza ma che è matura per essere assorbita dal grande pubblico. In questo secondo caso, i festival assolvono in modo corretto alla propria vocazione di ricerca; nel primo caso restano invece un asfittico circuito chiuso per una compagnia di giro di intellettuali di solito poco simpatici.
E invece la simpatia è la caratteristica portante di questa manifestazione che si affaccia con una propria identità nell’affollato panorama delle manifestazioni di cinema. Sono simpatici e trascinanti i suoi ideatori, è simpatico il modo in cui è organizzata, è simpatica soprattutto l’idea di portare il cinema in un posto tanto bello ma nel quale il cinema non esiste più. Una sfida nella quale è bello credere ed è un onore essere coinvolti. Le proiezioni, le scelte, la curiosità, il rigore, la bellezza dei posti: ma anche la dimostrazione del grande valore aggiunto che il cinema continua a garantire. Un valore aggiunto che è fatto di socialità, di piacere di stare insieme, di incontri che possono far venire delle idee e fanno conoscere delle persone. La dimostrazione che il cinema, giustamente definito “l’arte del Novecento” per il grande segno che ha lasciato nel secolo breve, ha ancora molte cose da dire e da raccontare.